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- Domande & Risposte "5" -

     - Che vaccini faranno a mio figlio? E cosa posso aspettarmi, dopo?

     Il Calendario Vaccinale ufficiale completo della nostra Regione (uno dei più completi e razionali a livello nazionale -e anche oltre-, va detto con chiarezza) può essere scaricato da qui e dalla pagina laterale di questo sito (il Piano Nazionale Vaccini è comunque in via di ulteriore definizione, in particolare per l'introduzione di una nuova offerta vaccinale relativa al Menveo -meningocco A-Y-W135, che si somministrerà a tutti in unica fiale con il Meningococco C- e al Bexsero -recentissimo, per il meningococco B, rimasto finora escluso per difficoltà tecniche di strutturazione farmacologica-). Scopo di questo paragrafo è descrivere per grandi linee l'offerta vaccinale della nostra regione. Dell'Esavalente si è in parte detto in altra parte. Si fa in 3 dosi, normalmente entro l'anno di vita. Le iniezioni si praticano sulla faccia antero-laterale di una coscia, mentre sull'altra si somministra il veccino 13-valente contro lo Pneumococco ("Prevenar 13", ottenuto da ingegneria genetica e del tutto innocuo). Insieme, come già si è visto, si possono dare le gocce di "Rotarix". Dall'Esavalente ci si può aspettare principalmente, nei giorni immediatamente successivi all'iniezione, della febbre (raramente alta, ma che talora può superare i 39°), irritabilità, insonnia, mancanza di appetito, rossore, gonfiore e dolore nel punto di iniezione. Alla febbre e all'irritailità, quando ci fossero, si rimedierà con della banalissima Tachipirina (o, comunque, con Paracetamolo), all'irritazione nel punto di iniezione con 2-3 giorni di una leggera crema cosrtisonica (a base di idrocortisone, Mometasone, Fluticasone, etc.). Effetti collaterali gravi sono, ormai, particamente sconosciuti. Dopo il primo anno di vita si faranno il vaccino "M.P.R.V." (Morbillo-Rosolia-Parotite-Varicella), il quale, alla prima somministrazione, allo scopo di ridurne ulteriormente il rischio di -rarissimi e reversibili, va detto- effetti collaterali più importanti (febbre molto elevata, in particolare, talora accompagnata da convulsioni febbrili), si somministra separatamente, "M.P.R." ad un arto e "V." all'altro. Dopo alcuni giorni dall'iniezione (da 7 a 15, in media), trattandosi di un vaccino ottenuto mediante virus attenuati ma vivi, può dare un rialzo febbrile, macchie rosse sulla pelle (una specie di vago esantema), gonfiore di alcune linfoghiandole, dolore e gonfiore articolare. Non sono segni preoccupanti, anzi, rappresentano la conferma che il vaccino ha "attecchito" (vale a dire che ha dato un leggero stato di malattia, perfettamente immunogeno): trattamento, anche qui, ove necessario, a base di Tachipirina. In epoca sovrapponibile (dopo i 13-14 mesi), il vaccino per il Meningococco C da solo ("MEN-C") -tra poco associato ai ceppi A-W135-Y ("MENVEO", già autorizzato per i bambini sopra gli 11 anni di età)- e quello per l'Epatite A (quella che si prende dalle cozze e dall'acqua biologicamente inquinata, "HEP-A" o "HAV"), entrambi prodotti da ingegneria genetica, e quindi del tutto innocui. In epoca ancora successiva si darà luogo alle vaccinazioni anti-Polio da sola ("I.P.V.", tipo Salk, iniettiva e innocua, anche se, purtroppo, dall'efficacia non definitiva) e alle preparazioni vaccinali di richiamo per Difterite-Tetano-Pertosse acellulare-I.P.V. (nelle formulazioni pediatriche -"DTaP", sino al compimento del 6° anno- o da adulti -"TdaP", dopo i 6 anni compiuti): anche queste ultime possono provocare rialzi febbrili, evento, tuttavia, molto raro. In ultimo, si dirà dell'offerta vaccinale relativa al "HPV", per tutte le ragazze in età prefertile e le adolescenti già fertili, utile alla prevenzione delle infezioni da Papilloma-Virus umano (previene nella massima parte dei casi un'infezione che si è visto essere l'elemento causale del cancro del collo dell'utero, tipicamente legato all'attività sessuale con soggetti affetti dal virus, anche del tutto asintomatici): anche questo è vaccino del tutto innocuo. Non più disponibile, in Italia, il vaccino anti-Polio orale, a base di virus attenuato ma vivo, il famoso Sabin, per le ragioni che già si sono accennate e più sotto si diranno nel dettaglio.

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     - Ho sentito dire che i vaccini possono procurare danni neurologici gravissimi. Che rischi corro, permettendo che il mio bambino venga vaccinato?

     Discorso lungo e complesso, ma in realtà molto semplice. Si può dire con certezza che, oggi, si tratta di situazioni praticamente inesistenti. I vaccini attuali sono da considerare assolutamente sicuri. Si sono attribuiti problemi collaterali importanti ai composti mercuriali in alcuni prodotti utilizzati come conservanti, poi regolarmente smentiti. Si è imputato ai virus vivi e attenuati su cui si basano i vaccini per il morbillo di poter generare autismo e sclerosi multipla, addirittura la sinfrome di West (che è di origine genetica, e che, con gravissime manifestazioni neurologiche, dà in genere il primo segno di sè in epoca esattamente sovrapponibile a quella in cui di solito si introducono i primi cicli vaccinali). Si sono sostituiti, nel dubbio, i primi ceppi virali utilizzati, per arrivare a quelli attualmente in produzione, per ala fine arrivare comunque alla conclusione che i dati osservazionali su cui quei sospetti si basavano erano completamente sbagliati. Alla fine è risultato che l'incidenza dei nuovi casi delle malattie neurologiche suddette nei vaccinati era statisticamente del tutto sovrapponibile a quella della popolazione generale (anzi, in certi studi si è arrivati alla conclusione -chiaramente assurda e paradossale- che tali malattie sarebbero state -seppur di poco- più rare nei soggetti vaccinati rispetto a quelli che non lo erano stati!!!). In realtà, l'unico vaccino che si sia dimostrato in grado con certezza di causare grave patologia neurologica è il "vecchio" anti-polio Sabin, quello orale a base di virus vivo e attenuato: dava (in positivo: ha cambiato le sorti infettive del mondo, esattamente come, prima, aveva fatto il vaccino per il vaiolo, malattia ormai considerata eradicata nel mondo -oggi il virus esiste ancora, confinato negli arsenali biologici militari di USA e Russia!!!-) immunità definitiva paragonabile a quella del virus selvaggio, ma, come scotto da pagare, procurava 1 caso di paralisi vaccinica midollare (degenerazione dei cordoni spinali anteriori, motori) su 1.000.000 di prime dosi somministrate (si trattava infatti, nella pratica totalità dei casi, di effetto legato alla 1^ dose, sulle tre previste per il ciclo primario). Il Sabin ha debellato nei paesi occidentali il flagello delle epidemia di polio (l'ultima, del biennio '58-'59 del secolo scorso, lasciò ampio strascico di morte e di paralisi), ma, a pericolo superato, le autorità sanitarie hanno deciso di evitare anche quel piccolo rischio, in quanto il gioco non valeva più la candela. Per pochi anni, all'alba del decennio 2000, le due vaccinazioni (la Sabin citata, e la Salk -I.P.V.- costituita da virus inattivato, ucciso) sono state tra loro affiancate (nel corso del ciclo primario, si somministrava la 1^ dose di Salk, le successive di Sabin), per poi eliminare del tutto la Sabin, e passare definitivamente al Salk per tutte le dosi: copertura vaccinale sostanzialmente sovrapponibile, rischi di effetti collaterali eliminati, ma anche qui uno scotto da pagare (non si può avere tutto...): protezione vaccinale di durata non perenne, ma progressivamente scemante negli anni (oggi, per ottenere una accettabile protezione a lungo termine si ammette doversi effettuare una dose di richiamo ogni 10 anni circa, per tutto il corso della vita, così com'è anche per i vaccini per tetano e difterite). La necessità dei richiami periodici discende direttamente dalla constatazione essere il virus polio ancora saltuariamente ricircolante nelle nostre popolazioni, anche riportato da noi dalle immigrazioni afro-asiatiche e dall'est d'Europa. Da qui la necessità per tutti di non abbassare mai la guardia, e di rifare i richiami quando è necessario, pure dopo l'uscita dall'età pediatrica (si pensi al rischio della difterite per i non vaccinati, dal momento che il germe responsabile alberga tranquillamente, ancora, in alcuni dei nostri nasi: non ci dà malattia, perchè il vaccino che facciamo ci rende completamente immuni dagli effetti della tossina, e cioè dalla malattia, ma non dalla colonizzazione del germe, che, pertanto, può continuare indisturbata). A parte i casi di anafilassi accertata ad un componente di un particolare vaccino, l'eventualità che possa accadere qualcosa di grave -al bambino sano- a seguito di una delle vaccinazioni moderne va ritenita assolutamente trascurabile, praticamente impossibile (e non sarà qualche isolata, sporadica, sentenza di comodo di un qualche Tribunale della Repubblica a poter ribaltare questa  assodata verità: viviamo, ahimè, in un disgraziato Paese in cui nessuno sembra trovare strano che un laureato in Giurisprudenza possa discettare di scienza medica, e sulla scienza medica pensare di giudicare contro ogni evidenza scientifica vera). L'allergia all'uovo non controindica le vaccinazioni (neanche quella -"tradizionalmente" riportata- M.P.R.), con la parziale eccezione del vaccino anti-influenzale (ma, anche qui, si starà sicuri se si sceglierà una formulazione "split" o "sub-unit": in questo caso, tuttavia, limitatamente ai casi di allergia all'uovo che si siano manifestati in forma molto grave, si valuterà caso per caso sull'opportunità di vaccinare, facendolo eventualmente previa preparazione ad eventuali emergenze immediatamente post-vaccinali). L'allergia al Lattice di gomma -del tutto eccezionale nel corso dei primi 6 mesi di vita-, come già visto, controindica invece quella al Rotarix (RV1). Una lieve flogosi della alte vie aeree non controindica la seduta vaccinale, così come una lieve febbricola (febbre sotto i 38° circa), con la parziale eccezione del virus per il morbillo (compete con i recettori cellulari per il Rhinovirus del raffreddore, e potrebbe non riuscire ad infettare le sue cellule bersaglio, finendo con il non attecchire). Per il resto, nella stragrande maggioranza dei casi i "rischi" che corrono i Vostri bambini sani sono quelli di poter contrarre una forma attenuata di malattia (MPRV), innocua -anzi, utile- manifestantesi nei 7-15 giorni successivi all'iniezione, oppure di presentare reazioni febbrili (talora importanti, > 39°) nelle 24-72 ore dopo i vaccini inattivati: è chiaro che un bambino che sia già predisposto alle convulsioni febbrili rischierà un episodio convulsivo febbrile post-vaccinale, nè più ne meno, però, di cosa accade in occasione di un qualunque fatto febbrile intercorrente di origine infettiva. Il consiglio di somministrare Tachipirina (o altro prodotto a base di Paracetamolo) a scopo profilattico nei 3 giorni successivi all'iniezione di Esavalente può essere efficace, ma alcuni studi (controversi, a dire il vero) attesterebbero una meno efficace risposta immunogena della vaccinazione a cui sia stato associato Paracetamolo a prescindere. Un discreto compromesso potrebbe essere quello di somministrare Paracetamolo solo per le prime 24 ore, quelle più a rischio di rialzo febbrile importante (e, per i piccoli che abbiano già presentato convulsioni febbrili, attuare un breve ciclo di profilassi intermittente delle convulsioni stesse). I concomitanti trattamenti cortisonici di durata non superiore ai 7-10 giorni non le controindicano. Per trattamenti cortisonici cronici a dosaggi > 2 mg/kg/die, bisognerebbe cercare di ridurre la dose a circa la metà (ove non sia possibile la temporanea sospensione completa della terapia) per i 7 giorni (3 prima, 4 dopo) l'iniezione. Per altre realtà specifiche, per fortuna rare, si veda il file pdf scaricabile sulle Controindicazioni alle Vaccinazioni, liberamente fruibile (e potenzialmente utile anche a tanti colleghi) dalla fascia laterale di queste pagine. Una nota sulla "vaccinazione post-esposizione": dopo il contatto già avvenuto con un soggetto affetto da malattia vaccinabile, si può tentare una vaccinazione d'emergenza, da farsi però entro le 72 ore dal potenziale contagio. Non è detto che funzioni, e/o che sia completamente efficace, ma, comunque, danni non ne può fare (come non può fare danni vaccinare un soggetto che abbia già contratto, in passato, la malattia per la quale viene vaccinato).

     In ultimo, vorrei fare due piccole notazioni teoricamente non di stretta pertinenza pediatrica: potenziale contagio da Rosolia o da Varicella in corso di gravidanza. La varicella può costituire un problema serio per il nascituro solo se la madre, prima sieronegativa, manifesta eruzione cutanea da VZV dai 5 giorni prima del parto previsto, sino ai 2 giorni dopo l'espletamento di questo: in tale evenienza si devono somministrare Ig iperimmuni specifiche al neonato (e alla madre, se deve ancora partorire), al fine di cercare di impedire una potenzialmente grave infezione varicellosa neonatale. Se l'eruzione cutanea nella madre interviene invece dopo tale epoca, l'indicazione è quella di somministrare al piccolo un prodotto a base di Acyclovir per 2 settimane (prolungando il trattamento, nel caso dovesse comunque comparire qualche pustola cutanea). Per la rosolia, pur essendo stato dimostrato (per casuali somministrazioni effettuate per errore) che il virus vaccinico non dà contagio placentare, ed è quindi privo di dimostrato potenziale teratogeno, si ammette che, per ragioni precauzioanali, il vaccino non debba essere somministrato a donne gravide, o che possano rimanere incinte nei 30 giorni successivi all'iniezione: l'atteggiamento considerato oggi più razionale sarebbe quello di vaccinare la puerpera sieronegativa durante il primissimo periodo immediatamente dopo il parto, durante lo stesso ricovero in Ostetricia. Il virus comunque (parimenti a tutti gli altri presenti in vaccini vivi) non è MAI trasmissibile dalla persona vaccinata ad altre con cui questa possa venire a contatto: per tale ragione la donna eventualmente in stato di gravidanza -accertata o sospetta che sia- potrà rimanere assolutamente tranquilla ove un suo stretto convivente (magari un figlio già un po' più grandicello) debba essere vaccinato per rosolia (o morbillo, o varicella, etc. etc.).

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     - E per il problema dell'autismo dopo il vaccino per Morbillo-Parotite-Rosolia(-Varicella) M.P.R.(V.), allora, che si fa?

     Discorso, anche questo, ancora lungo e complesso, ma in realtà molto semplice. Alla fine si può dire con certezza una sola cosa: PANZANE Anzi, mi si scusi il termine volgare, ma occorre usare parole di chiarezza in merito ad una faccenda che ha tenuto banco sui giornali italiani anche -last sed not least- per una inchiesta nata negli uffici di una Procura della Repubblica del nostro povero Paese: una GRAN CAZZATA. Del tutto comprensibile che i genitori sfortunati di un bambino affetto da un grave problema neurologico (oltre che dell'autismo, si è parlato in passato della sindrome di West) non accettino l'ineluttabilità di una malattia destinata a sconvolgere la vita normale e attesa di una famiglia. Quello che è inaccettabile è che quei genitori possano trovare poi personaggi delle istituzioni i quali, a qualunque livello, invece di ottemperare con coscienza a loro precisi doveri di tutela della salute individuale e sociale, alimentano -per disegni di personale interesse, oppure, il più delle volte, per semplice, talora impudica, ignoranza dello specifico problema, ai fini del risultato finale fa poca differenza- polemiche e dicerie fatte di aria, ma come un vento distruttivo rischiano poi di rovinare anni di lavoro oscuro di educazone sanitaria svolto dagli operatori seri, la maggioranza degli addetti ai lavori. Esistono, purtroppo, molti colleghi medici (pochi pediatri, per fortuna) disinformati sull'argomento, qualcuno (pochissimi per fortuna) in assoluta -e probabilmente interessata- malafede, che vanno sparando scemenze su un problema che non esiste, che non è mai esistito, e che se davvero venisse ventilato -solo ventilato, mica accertato- da istituzioni governative serie (poi, se proprio ci piacciano nausea e orticaria, potremo discutere con calma sulla serietà effettiva delle nostre istituzioni governative: poi, chè quello è un altro problema) porterebbe alla immediata e assoluta sospensione dei programmi di vaccinazione in corso sul territorio (si chiama "principio di precauzione", ovvero il nulla scientifico, ma comunque quella cosa che dice, sostanzialmente: "questa cosa nessuno ha accertato che faccia male, ma, siccome non si sa bene cosa faccia, allora la lascio perdere perchè non si sa mai"). Recenti e meno recenti prese di posizione giudiziarie si basano su un immane, gratuito sciocchezzaio che circola ormai da anni sul web, avente avuto origine da un vecchio articolo "scientifico" pubblicato, a suo tempo, dalla rivista Lancet, e successivamente ritirato -con ignominia- per l’evidente infondatezza di quanto inizialmente proposto da un gruppo di ricercatori britannici. La nota rivista medica Lancet ha infatti ufficialmente ritirato da gran tempo lo studio sui possibili collegamenti tra autismo e vaccino trivalente M.P.R. L’articolo, pubblicato nel 1998 a prima firma del medico britannico Andrew Wakefield, è stato causa di una lunga disputa scientifica durata oltre un decennio. Wakefield sosteneva che il vaccino fosse causa di infezioni intestinali inapparenti, a loro volta legate alla "sindrome di Kanner" (la patologia psichica comunemente conosciuta come "autismo"). Le sue affermazioni furono presto screditate dal mondo scientifico, ma ottennero comunque lo scopo di fungere da base per uno dei più rilevanti contenziosi nella storia della medicina: purtroppo le false tesi proposte portarono ad una forte diminuzione del numero di vaccinazioni negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in altre parti dell’Europa, con la conseguenza, in molti casi nefasta, di un repentino aumento dei casi di morbillo e delle sue complicanze, inclusi numerosi casi di encefalite e di morte. «Diversi punti del lavoro del 1998 di Wakefield sono scorretti», affermò in un comunicato stampa la stessa rivista scientifica, ritrattando totalmente la sua stessa pubblicazione del 1998. Una commissione disciplinare del Comitato medico generale britannico (General Medical Council), dopo un accurato studio, ha decretato come Wakefield presentò la sua ricerca in modo «irresponsabile e disonesto» ed ha «ignorato insensibilmente» la sofferenza dei bambini oggetto dello studio. Nel rapporto del comitato scientifico si legge, inoltre, che Wakefield ha anche «rovinato la reputazione» della professione medica in generale. Lo stesso Wakefield è stato espulso dal Royal College of Physicians e, radiato dalla professione, non può più esercitare da anni la pratica medica. Verdetti quindi netti e gravi che lasciano pochi dubbi ad ulteriori discussioni. Studi qualificati di recentissima pubblicazione mettono infatti in evidenza come la genesi delle manifestazioni che compongono il variegato quadro dello spettro autistico sia in massima parte prenatale, istologicamente evidente in una destrutturazione cito-architettonica (cellule neuronali più numerose del normale, ma funzionalmente e anatomicamente destrutturate) di alcuni settori delle regioni frontale e prefrontale della corteccia cerebrale. Si tratta di quadri che non possono insorgere dopo la nascita, in quanto la normale migrazione neuronale negli strati corticali dell'encefalo (ne viene coinvolto in massima parte il 4° strato) si completa molto prima -mesi- di tale momento: fattori ambientali successivi (problemi perinatali, infezioni materne e/o farmaci assunti in gravidanza, forse anche il livello sociale dei genitori) possono concorrere a delineare i particolari quadri clinici, ma su un terreno già da tempo predisposto a livello genetico e anatomico. I ricercatori del King's College di Londra (mica del Perrino di Brindisi, e mi scusino i colleghi del Perrino, o del Fazzi di Lecce, o del SS. Annunziata di Taranto, etc. etc.) impegnati nel Developing Human Connectome Project sono attualmente convinti di poter dimostrare già a termine di gravidanza, mediante tecnica RMN, la presenza di stimmate anatomiche di tipo autistico nel feto (è in corso, proprio in questo momento, una ricerca su 500 future madri che si sono offerte volantarie per il progetto di ricerca). Già in età gestazionale, quindi, mica a 2 anni di vita...

     Il problema è rappresentato, tuttavia, dal fatto che, dopo la pubblicazione di quella sonora scemata di cui prima si è detto, si sono succeduti sul web (e ancora vi girano alla grande) "articoli" pseudoscientifici pubblicati da carneadi di varia estrazione, a cavallo tra millantato credito, ignoranza più o meno intenzionale, interesse economico diretto, ambientalismo d'accatto -il nostro è il tempo dei saccenti ignoranti, dei tuttologi che non sanno nulla, ma proprio nulla, e però di tutto, autoproclamandosi "informati", pure discettano-, e chi più ne ha più ne metta. Falsità e scemenze seminate a piene mani, e però contrabbandate da verità scientifiche, spesso da parte di sedicenti "ambientalisti", del tutto ignoranti di scienza -il che è fino ad un certo punto scusabile-, ma che pure di ambiente -il quale dovrebbe essere invece il loro proprio agone di battaglia- ne sanno esattamente quanto ne so io di fisica dei corpi mobili celesti. E però parlano: eh se parlano. La verità vera è che, se voglio "dimostrare" che, mangiando asparagi conditi con aceto di riso e origano, la gambe di mia madre possono assumere l'aspetto di una tappezzeria a pois di colori viola, giallo e turchese, su Internet le basi scientifiche le troverò sicuramente: mi basta saperle cercare (internet, in questo senso, è meglio della TV di una volta, quando, per avvalorare una qualunque tesi -per quanto fantasiosa potesse sembrare- si diceva che "l'ha detto la televisione"...). Ora, il problema non sono certo i genitori -sfortunati e incolpevoli- colpiti dal dramma di scoprirsi padre e madre di un figlio autistico (è del tutto comprensibile che non vogliano accettare l'ineluttabilità del destino loro incorso, e cerchino un "colpevole" -il capro espiatorio della situazione- purchè sia, ma comunque al di fuori di loro); e il problema, in fin dei conti, è solo in minima parte delle Istituzioni preposte e di alcuni magistrati investiti della questione (tuttologi non si può essere, e l'ignoranza tecnica della specifica materia -quanto meno ove essa non venga accompagnata da inescusabile presunzione- non può essere ritenuta di per sè una colpa, se nessuno gli chiarisce le idee, prima). Il problema grave risiede, invece, nella competenza tecnica e nell'onestà mentale di alcuni "tecnici" (si fa per dire!!!) chiamati di volta in volta a chiarire le idee a chi tecnico non è, e che, invece di chiarirgliele, le idee, gliele confondono di più -nel migliore dei casi-, o gliele chiariscono nel senso contrario rispetto al vero -il che, ai fini dell'accertamento della verità, è allora molto peggio-.

     Il problema vero, in generale, risiede -ripeto- nella cretinata di voler considerare comunque sempre valido, dal punto di visto scientifico e operativo, il famoso (famigerato) "principio di precauzione" (il principio -cretino, appunto- del "non facciamolo chè non si sa mai"). Il problema vero, nel caso di specie, risiede -ribadisco- nel fatto di voler considerare a tutti i costi un evento, sol perchè si sia verificato dopo un altro ("post hoc", dicevano i latini), dal primo  sicuramente generato ("propter hoc", per ridirla coi progenitori di cui sopra): la natura autistica dell'individuo si manifesta con chiarezza proprio nell'età del bambino in cui questi dovrebbe cominciare ad interagire naturalmente, attivamente e "consapevolmente" con l'interlocutore che gli sta di fronte. Un autistico non lo fa, per sua stessa natura, come ci si aspetterebbe da una bambino che autistico non è: e, purtroppo, questo si comincia a vedere coincidenzialmente, e con chiarezza, proprio nel periodo di tempo successivo a quello in cui si fa il vaccino per il morbillo. Secondo gli intendimenti degli ignoranti (mi mantengo buono) che si divertono a menare mendacio, tuttavia, "post hoc" dovrebbe comunque doversi leggere come "propter hoc": sonora SCEMATA. Cerchiamo, invece, sforzandoci per un minimo di usare per bene il cervello che la mamma ci ha dato, di non seguitare a far danno continuando a mescolare fave e foglie (come dicono al mio paese), per favore, e di voler invece distinguere (come soleva dire Quello) "il grano dal loglio"!!! Cerchiamo una buona volta, come diceva il grande Prezzolini, di iscriverci velocemente all'amena -e sempre troppo poco affollata- società degli Apoti (un "apota" -termine di dotta derivazione greca, con radice comune con quella della parola "potabile"- dovrebbe essere colui il quale non la beve facilmente da chi si ingegna a raccontargli un mucchio di panzane).

     Viva gli Apoti, allora, vil razza eletta e dannata, che però fa andare avanti il piccolo mondo delle cose serie, in mezzo alla società delle inutili chiacchiere allegre. Piccolo, troppo piccolo mondo, perchè è sempre di gran lunga più facile avere torto tra i molti e conformisti, piuttosto che ragione da soli. E' la razza antipatica che perderà sempre, ai voti, le elezioni: gli altri vanno appresso a Renzi, o chi per lui...

     Onde evitare fraintendimenti, quindi, risponderò in modo definitivo e inequivoco alla domanda inizialmente posta:

P A N Z A N E   ***   S C E M E N Z E  ***  C A Z Z A T E

   Se poi qualche imbecille vorrà andare a dire in giro che chissà quale grande multinazionale del farmaco paga sotto banco il dott. Terzi -o chi per lui- per esprimersi in tal modo, beh, non posso che rispondere che, forse, quella multinazionale avrebbe di meglio da fare che investire i suoi prezionsi denari per pagare un oscuro mediconzolo di periferia che si trova di stanza in quel di Leverano-Lecce-Italia (la parte terrona, per altro).

     Chè se poi vogliamo cogliere l'occasione per discutere dell'opportunità di continuare con i programmi vaccinali nel loro complesso, così come sono stati concepiti dalle nostre Autorità Sanitarie, possiamo farlo tranquillamente. Ragioni di opportunità, tuttavia, mica di pericolo per la salute individuale del vaccinando...

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.... La vita vince sempre!!!