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- Domande & Risposte "7" -

     - Il mio bimbo di due mesi di vita deve bere qualcosa, oltre il suo latte?

     In realtà non ha nessun bisogno di acqua, in situazioni normali bastando il latte che assume dalla mamma o dal biberon. Possono darsi, però, situazioni particolarissime e specifiche (si fa qui riferimento alla permanenza, per periodi di tempo che si confida siano sempre limitati nel tempo, in ambienti molto caldi e afosi, come può essere l'abitacolo dell'auto d'estate quando il mezzo non disponga di climatizzatore, oppure il soggiorno temporaneo sotto l'ombrellone in spiaggia) in cui potrebbe diventare utile disporre di un po' d'acqua Sangemini (acqua ricca di calcio, non adatta a preparare il latte, ma ottima da bere da sola) in un biberon, a temperatura ambiente. Sconsiglio sempre le tisane (preferisco, quando proprio necessario, acqua liscia), ma, se proprio non se ne possa fare a meno, si può utilizzare la camomilla in bustine (le preparazioni commerciali per l'adulto, per intenderci), non zuccherata.

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     - E' vero che la Coca Cola fa male? E perchè? E the e caffè fanno male pure loro?

     Altra risposta da dare con il "dipende" all'inizio: ovverosia, dipende dalla quantità che se ne beve, e dalla frequenza. La normale Coca Cola commerciale è un liquido notevolmente calorico a causa dello zucchero -sotto forma di caramello, nella quantità di circa 90 gr./litro- disciolto (a parte le formulaziuoni speciali come la "Zero", addolcite con Aspartame, molecola sulla quale si è fatto tanto rumore per nulla). Il pH acido della soluzione (circa 2,5) la rende praticamente pari all'aceto dal punto di vista della capacità di corrodere lo smalto dentario (ma di aceto non ne beviamo mai, di Coca Cola i nostri bambini ne berrebbero in continuazione...). Problema aggiuntivo è anche che la sua acidità è legata precipuamente al contenuto in acido ortofosforico (325 mg/litro), il quale, nell'intestino, tende a chelare Zinco, Calcio e Magnesio, causandone discrete perdite fecali (e anche urinarie di calcio!!!) sotto forma di fosfati inassorbibili (può intaccare lo smalto dentario, quindi, e interferire col metabolismo calcio-fosforo di un organismo -quello del bambino- in accrescimento). Il contenuto calorico è pari a circa 370 Kcal/litro, il che vuol dire che non è proprio il massimo per chi debba o voglia mantenere la linea. In ultimo, contiene caffeina nella quantità di crca 40 mg./lattina, il che la rende leggermente -se ci si limita ad una lattina- eccitante. Tutto ciò per dire che lasciar bere una tantum la sua lattina di Coca Cola al Vostro bimbetto, mentre siete a passeggio una serata al mare non può fargli nessun male (nessuno vuol fare, qui, il talebano della situazione); comprargliene tutti i giorni, per poi consentirgli di guardare per ore la TV con in una mano i pop-corn (o le patatine, o i Chipster, o qualunque altra simile diavoleria, fa lo stesso), e nell'altra la Coca Cola, è cosa da evitare assolutamente. Tra l'altro, vorrei far notare a tutti che demonizziamo così tanto, per i bambini, il fatto che possano solo assaggiare il nostro caffè espresso (il quale, invece, alle nostre dosi medie usuali fa molto meno male -o non ne fa affatto, addirittura- di quel che si voglia pensare), e poi gli consentiamo in tutta tranquillità di ingurgitare Coca Cola a gogò. In realtà, il caffè, tra le cose che potrebbero teoricamente "fargli male" ha solo la caffeina (a parte i 5 grammi -20 Kcal- del cucchiaino di zucchero), mentre la Coca Cola ha anche tutto quel bel po' di roba che abbiamo visto prima (zucchero e fosfati, dunque, prima ancora della quasi incolpevole caffeina).

     A proprosito di caffeina, questa è un alcaloide naturale (presente anche nelle foglie del thè e nei semi del cacaco, mica solo in quelli del caffè) che non fa male in sè, a piccole dosi, nè a piccoli nè a grandi: per assunzioni moderate, può provocare uno stato di eccitazione nervosa più o meno accentuato, che ha, però, molta correlazione con la suscettibilità individuale alla sostanza (dipende dall'attività di un enzima metilante epatico, peraltro influenzabile in senso inibitorio da alcuni medicinali, come la Levofloxacina => attenzione ad assumere molti caffè se si sta facendo una terapia a base di Levoxacin). Alla domanda (per l'adulto, non preoccupatevi!) di quale sia la quantità massima di tazzine di caffè che si possono bere in una giornata, la risposta corretta dovrebbe essere: «Tante quante sono sufficienti a farti star bene senza darti fastidio» (tremori, insonnia, nervosismo, etc.). Non fa male al cuore, chè anzi è vero il contrario, se assunta a dosi moderate, ovvero quelle consuete per il consumatore medio. Tant'è vero che si usa anche in fiale, in qualità di medicinale con proprietà specifiche di analettico respiratorio (Peyona fl 3 ml/60 mg, prodotto indicato come coadiuvante nel trattamento delle apnee del prematuro e utilizzato nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale): questo solo per dire che una tazzina di caffè espresso non può uccidere proprio nessuno, tanto meno il bambino che ne abbia, per "sbaglio", assaggiato un po'. Per dare un po' di misura alle cose, si dirà che i primi effetti oggettivi apprezzabili dii "caffeinismo" intervengono in genere al raggiungimento di una dose giornaliera di 400 mg. (si tratta di dovere comunque superare, nel soggetto davvero sensibile, le 5-6 tazzine di caffè espresso nel giro di una giornata di tempo). A dosi elevatissime può, invero, rivelarsi letale (parliamo di arrivare a 150-200 mg./kg./die, pari ad un numero di tazzine di caffè espresso di 80-100/die!!! In queste quantità può scatenare episodi di tachiaritmia ventricolare, i quali possono, a loro volta, sfociare in una fatale fibrillazione ventricolare), ma è da dire che è praticamente impossibile, se non per intenti chiaramente suicidiari, raggiungere certe dosi di assunzione. Per altro, noi spesso non lo teniamo presente, ma la caffeina non c'è solo nel caffè, e neanche solo nella Coca Cola, ma anche (senza voler scomodare ginseng o guaranà) in cioccolato (insieme con la teobromina, in combinazione con la quale costituisce una miscela dagli effetti notoriamente antidepressivi), nel thè (con la teofillina), nel Red-Bull (quello che "ti mette le ali"). A titolo esemplificativo, riporto qui sotto il contenuto medio in caffeina di alcuni dei prodotti alimentari più rappresentativi: 1 tazzina di caffè espresso <=> 80 mg. circa; 1 lattina di comune Coca Cola <=> 40 mg. circa (metà di 1 tazzina di caffè espresso, quindi); 1 bicchiere di thè (150-200 ml.) <=> 30 mg. circa, in media (dipende da quanto si fa stazionare in aqua calda l'infuso); 1 tavoletta da 100 gr. di cioccolato fondente di buona qualità <=> 100 mg. circa; 1 lattina di Red-Bull da 100 ml. <=> 30 mg. circa.

     In conclusione, andateci cauti, ma non demonizzate oltre il lecito la caffeina: la Coca Cola in quantità fa male più che altro per gli altri suoi componenti, se Vostro figlio prova ad assaggiare un po' del Vostro caffè non sarà il caso di far tragedie, il thè potrà berlo anche non deteinato (anzi, quando ha la diarrea sarà meglio il Vostro, possibilmente quello verde), e, infine, consentitegli di mangiare con tutta serenità il suo bel pezzetto di cioccolato -sempre e solo fondente!!!-, che non potrà fargli altro che bene e lo tirerà su (esattamente come fa con noi grandi). Come unica avvertenza vera si dirà che durante la gravidanza, la futura mamma non dovrebbe superare la quantità di 1-2 tazzine di caffè espresso al dì (per ragioni di interferenza con la cenestesi neuro-circolatoria del feto), e dovrebbe limitarne l'assunzione giornaliera a 2-3 tazzine (al massimo) durante l'allattamento.

     E un'ultima notazione, relativa al caffè decaffeinato: può far male più del caffè normale (anzi, è sicuro), a causa dei processi industriali di estrazione della caffeina, i quali prevedono quasi sempre l'uso di ammoniaca (a tale regola fanno eccezione pochissimi marchi, tra i quali, il più noto è, forse, quello del caffè Illy, uno dei pochissimi decaffeinati che mi sentireti di consigliare, e che consentirei di assaggiare anche ai miei bambini).

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     - A che età posso dare altra frutta che non siano mela e pera? E i legumi?

     La frutta praticamente quasi da subito, una volta che sia stato avviato il divezzo. Specie se in contemporanea il bimbo assuma latte di mamma (il quale, con meccanismo immunomodulante non ancora non ben compreso, pare facilitare l'acquisizione della tolleranza intestinale ai nuovi alimenti), ci si può sentire liberi di fargli mangiare ogni frutta di stagione che possiamo reperire al mercato (tutte, comprese pesca, albicocca, prugna, uva, banane, kiwi, ananas, fragole -accusate ingiustamente di provocare allergie a tutto spiano, cosa del tutto falsa: basta laverle per bene, dato che si mangiano con tutta la loro buccia, sottile e però pure pelosa-, mirtilli, fichi, meloni, anguria -che non ha mai dato macchie rosse a nessuno-, etc. etc.), una per volta (un nuovo tipo di frutta ogni 3-4 giorni).

     Per i legumi il discorso è un po' diverso: se nelle famiglie di entrambi i genitori non siano conosciuti casi di "FAVISMO" (è una malattia per la quale, a causa del difetto costituzionale di un enzima di membrana, la somministraziione di fave e/o altri legumi può provocare una grave crisi emolitica, con rottura massiva di globuli rossi, sindrome collassiale da shock ed emissione di urine rese scure dalla presenza di emoglobina), poco tempo dopo l'inizio del divezzo (sostanzialmente in contemporanea con l'introduzione della 2^ pappa) si potrà cominciare a mescolare una manciatina di legumi nelle verdure con cui si prepara il brodo, da passare poi con tutto il resto a cottura ultimata. Se in una delle famiglie vi sia stato, invece, anche un solo caso di favismo, consultateVi prima col Vostro pediatra, il quale provvederà, prima di introdurre legumi nella dieta, a disporre presso un laboratorio di analisi cliniche il dosaggio dell'enzima G6PDH (Glucosio-6-Fosfato-Deidrogenasi): in caso di titolo sierico basso, il soggetto affetto dovrà evitare di mangiare fave (e pure di soggiornare accanto ad un campo dove se ne coltivino, a dire il vero, perchè può bastare l'inalazione di frazioni bassissime del vegetale per scatenare una reazione) per tutta la vita.

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     - Mi hanno detto che al mio piccolo, che ormai ha 1 anno e 1/2, se voglio dargli LATTE comprato dal supermercato, devo darglielo scremato o parzialmente scremato. E' vero?

     Assolutamente no. Qualcuno aveva pensato che fornire ai bimbi di quell'età latte parzialmente scremato potesse servire a prevenire o combattere l'obesità infantile, ma poi si è visto trattarsi di un'impostazione concettuale sbagliata (anzi, pare proprio, da studi recentissimi, che l'obesità infantile sia più frequente nei bambini che assumono latte parzialmente scremato, evidentemente per errori alimentari concomitanti di ordine multifattoriale). Inoltre, nei bimbi il colesterolo presente tra i grassi del latte serve a fornire alcuni dei mattoncini indispensabili alla maturazione delle membrane neuronali. Perciò, per concludere, sempre e solo latte intero!!

     Detto questo, un'ultima notazione: per bambini al di sotto dei 3 anni di vita, sarebbe comunque preferibile al latte da supermercato (anche se di ottimo marchio) un latte specificatamente progettato per l'infanzia (si tratta di latti "di prima crescita" arricchiti in calcio, ferro, vitamine), acquistabili parimenti presso la grande distribuzione, dal sapore di vero latte (i latti per la prima infanzia sanno in genere d'altro), e dai costi d'acquisto comunque sufficientemente contenuti, assolutamente paragonabili a quelli dei migliori latti a lunga conservazione commercializzati per l'alimentazione adulta.

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     - Sto allattando: quali antibiotici e quali antidolorifici posso prendere? E se avessi bisogno di altri medicinali eventualmente prescritti dal mio medico, per una mia personale, specifica necessità? E per altre mie abitudini in allattamento?

     Tra gli antibiotici, tutti i macrolidi (Zitromax, Klacid, Eritrocina, Rovamicina, etc., comprese le molecole equivalenti commercializzate con altro marchio e i generici correlati) possono essere assunti, così come i beta-lattamici, gli aminoglucosidi e i cefalosporinici per os (Augmentin, Zimox, Cefixoral, Cedax, Panacef, etc.) e per via iniettiva (Zariviz, Bethacil, Rocefin, Gentalyn, etc.). Tra gli anti-dolorifici, possono essere tranquillamente assunti il Voltaren (ed equivalenti generici, tutti, però, per uso estemporaneo in urgenza, non per trattamenti prolungati, poichè il Diclofenac passa in minima quantità nel latte), tutti i prodotti farmaceutici a base di sola Aspirina (a partire dal Vivin-C), la Novalgina (Noramidopirina), il Flomax (Morniflumato), Brufen (Ibuprofene), Orudis (Ketoprofene), Selezen (Salicilato di Imidazolo). Per il più moderno analogo del Diclofenac, l'Acenoflenac (Gladio), non c'è notizia sulla sua sicurezza di utilizzo in corso di allattamento, e, pertanto, non andrebbe assunto, se non in caso di estrema necessità e di eventuale insostituibilità. Semaforo verde, invece, per Salicilato di Imidazolo (Selezen) e Morniflumato (Flomax). Non possono essere assunti Chinolonici (Ciproxin, Levoxacin, etc.), Rifampicina (Rifadin), Terbinafina (Lamisil), Sulfamidici in genere, Ketorolac (ToraDol), Ergotamina (Cafergot), Indometacina (Indoxen, un potente anti-infiammatorio), Antiblastici in genere (Metotrexate, Doxorubicina, Ciclofosfamide, Cisplatino, etc., tutti utilizzati per la terapia delle malattie neoplastiche -"cancro"-), Litio (Carbolithium, usato nelle forme di grave depressione dell'umore), Amiodarone (Cordarone, un antiaritmico usato in cardiologia), Metimazolo (Tapazole, medicinale in uso nell'ipertiroidismo, sostituibile con prodotti a base di Propiltiouracile -purtroppo non in commercio in Italia -!?!-, e rinvenibile solo all'estero, come in Svizzera e Vaticano-), prodotti -anche topici- a base di Cloramfenicolo (è un antibiotico utilizzato per particolari malattie infettive, causate in generale da salmonelle). Dubbi (ma non divieto assoluto, con concessione possibile, quindi, in caso di necessità immediata e non sostituibile) per Nimesulide (Aulin o similari), Tetracicline (Bassado, Doxiciclina, etc.), Fluconazolo (Diflucan), Ciclosporina (Sandimmun). Vecchi anti-istaminici in uso nell'emergenza allergica (Trimeton, Farganesse, etc.) e come anti-chinetosici -vale a dire contro il mal d'auto- (Xamamina, Valontan, Travelgum) possono essere usati all'occorrenza. Vietati, invece, i prodotti a base di scopolamina transdermica (Transcop), parimenti utilizzati come antichinetosici.

    Tra gli altri medicinali di uso comune, gli antiistaminici moderni (Aerius, Xyzal, Formistin) possono essere assunti, come pure i cortisonici (tutti), se il trattamento risulta essere limitato a breve spazio di tempo (sino a 7-10 giorni al massimo di terapia). Nessuna limitazione per i normali prodotti topici (Advantan, Elocon, Gentalyn Beta, Canesten, Daktarin, Mycostatin, Flixoderm, Bactroban, etc. etc.), per il Vermox, per i colliri, gli unguenti oftalmici e le gocce auricolari in generale (se non contengono cloramfenicolo -limitatamente alle prime settimane di vita del bimbo-), gli spray in bomboletta per la terapia dell'asma bronchiale (Salbutamolo, Salmeterolo, Formoterolo, Beclometasone, Fluticasone, Budesonide: nella sostanza, Broncovaleas, Ventolin, Foster, Serevent e Seretide, Clenil Compositum, Clenil spray, Aircort, Flixotide, Flixonase, Rinelon, etc.).

     Problema anestesia locale, in caso di necessità di terapie odontoiatriche non procrastinabili: il bimbo andrà allattato sino a subito prima dell'iniezione di anestetico, 2-3 ore dopo il latte andrà estratto con il tiralatte ed eliminato, con concessione della poppata al piccolo dopo 4-5 ore dall'avvenuta anestesia locale. Eventuali anestesie generali, che si rendessero inevitabili per improcrastinabili necessità di intervento chirurgico, imporranno la sospensione della lattazione per 24-48 ore (con spremitura del latte e sua eliminazione): in tale lasso di tempo il piccolo andrà allattato con latte di formula (avendo cura, se il tutto occorresse in epoca antecedente al divezzo, di continuare a somministrare 1 cucchiaino di latte di mucca al dì, al piccolo, da quel momento e sino all'introduzione di derivati del latte vaccino con lo svezzamento).

     Per qualunque altro medicinale doveste essere obbligati ad assumere (si tratta, in generale, di necessità legate ad assunzioni prolungate, rese indispensabili da terapie croniche) chiedete pure al Vostro pediatra: dopo opportuna valutazione del caso, volta per volta Vi risponderà per il meglio possibile.

     Infine, qualche notazione conclusiva, che pure prescinda, in parte, dalla trattazione in senso stretto dei medicinali durante l'allattamento. - 1) Lasciare perdere per qualche mese le tinte per i capelli (che non siano quelle blande a base di Hennè) non cambierà la vita di nessuno, e, quindi, neanche la Vostra di mamme che allattate al seno. - 2) Per piercing e tatuaggi, ammesso che non possiate proprio farne a meno, terminate di allattare, prima, chè per il Vostro bimbo sarà meglio (e, per i tatuaggi, mio consiglio personale "a prescindere" -come diceva l'immenso Totò, tanto caro al papà mio-: fateVi applicare solo quelli monocolore neri, chè quelli colorati -a base di cobalto e altri metalli pesanti- possono "risuonare" con le onde elettromagnetiche della RMN -se mai ne aveste in futuro bisogno-, generando aumento localizzato di temperatura con meccanismo simile a quello con il quale funzionano i nostri forni a microonde, e rischio concreto di vederVi provocate dolorose ustioni sulla cute così allegramente colorata). - 3) In allattamento non vanno bevuti alcoolici, ma, ove proprio Vi fosse successo di bere piccole quantità di alcool in una qualche occasione particolare, Vi basterà evitare di allattare nelle 2-3 ore successive alla isolata "bevuta" (non c'è bisogno di buttare via il latte, poichè l'alcool in esso contenuto tende a refluire nel sangue, se le quantità ingerite sono modiche). - 4) Se avete una protesi mammaria di silicone impiantata per ragioni estetiche, se il latte c'è potete darlo tranquillamente. - 5) Lo stato di portatore cronico di Epatite B (i bimbi vengono vaccinati alla nascita), HIV (in parte, e solo se la replicazione virale è ben controllata farmacologicamente), Epatite C, non controindica l'allattamento al seno. - 6) Non possono allattare al seno i bimbi affetti da Galattosemia, Malattia delle Urine a Sciroppo d'Acero, Fenilchetonuria (si tratta di errori congeniti del metabolismo, per cui i bimbi sono obbligati a consumare solo latti speciali -e non solo- preparati appositamente per loro dall'industria. - 7) Madri che fanno uso di stupefacenti di qualunque tipo (Eroina, Hascisc, Cocaina, LSD, Amfetamine, Metadone etc.) non devono allattare al seno, chè quelle eventualmente utilizzate sono TUTTE sostanze che passano nel latte; come pure, in parte, le benzodiazepine -utilizzate come tranquillanti o ipno-inducenti-, gli anti-depressivi, gli anti-psicotici, gli anti-epilettici (in tutti questi casi, se si tratta di terapie che non possano essere assolutamente sospese, bisogna tenere sotto stretto controllo il piccolo allattato, al fine di cogliere immediatamente eventuali fenomeni di possibile tossicità). - 8) Madri affette da Tubercolosi in fase attiva, o da qualunque altra patologia cronica fortemente debilitante, non devono allattare al seno. - 9) Madri con lesioni al seno da Herpes Virus in atto sul capezzolo (in questo caso potranno riprendere dopo la guarigione clinica; se l'herpes è alle labbra, con mani ben lavate e una mascherina sul volto potrete allattare), o con cancro mammario, non devono allattare. - 10) Madri che abbiano subito la somministrazione di radionuclidi per ragioni di diagnosi (scintigrafie) e/o cura, dovranno sospendere l'allattamento da 1 a 14 giorni, a seconda del materiale somministrato, e degli specifici tempi di eliminazione (nel frattempo, il latte andrà spremuto regolarmente ed eliminato). - 11) In allattamento non si bevono alcoolici e non si fuma (relativa libertà, invece, per il caffè a dosi "normali" -parliamo di 2-3 tazzine di espresso al dì-, per il thè, per il cioccolato fondente); le sigarette elettroniche sarebbero in teoria concesse, se non fosse, però, che la Nicotina presente in alcuni prodotti per "svapatori" (specie nelle preparazioni a più alto dosaggio di sostanza psicoattiva, superiore al 1%) può attenuare la risposta prolattinica allo stimolo tattile prodotto sul capezzolo dalla suzione (=> pericolo di più bassa produzione di latte, problema potenzialmente connesso anche all'uso di cerotti di nicotina e simili, tutti mezzi normalmente utilizzati come coadiuvanti per la disassuefazione al fumo). - 12) I diuretici (tipicamente il Lasix -Furosemide-) possono abbassare la produzione di latte, che può andare ancor più rapidamente perduto in caso di assunzione di Parlodel* (Bromocriptina) o Margyl (Fenelzina, di nuovo un anti-depressivo). - 13) La pillola estroprogestinica per scopo anticoncezionale può essere usata in allattamento (non fa perdere il latte e -coi prodotti moderni a bassi dosaggi- non dà fenomeni di femminilizzazione, neanche temporanea, nei maschietti). - 14) I farmaci anti-ulcera e gli anti-lipemici (si potrà ridurre al minimo possibile, eventualmente, il dosaggio delle statine) potranno essere utilizzati praticamente sempre; per gli anti-ipertensivi (in maggioranza utilizzabili, come è per ACE-Inibitori -tipo Enapren, MAI UTILIZZABILE IN GRAVIDANZA-, Sartanici -tipo Valpression, MAI UTILIZZABILE IN GRAVIDANZA-, Atenololo -tipo Tenormin-, Nifedipina -tipo Nifedicor, anche controindicato in gravidanza-) e gli anti-coagulanti (E' UTILIZZABILE SEMPRE l'Eparina con i suoi derivati -cosa importante da sapere per eventuali necessità di intercorrente immobilizzazione, come a seguito di fratture ossee da traumi accidentali-, come pure l'Aspirina tra gli anti-aggreganti, e il Coumadin -Warfarin- tra gli anticoagulanti propriamente detti) chiedete, ove ne aveste bisogno, al Vostro pediatra. - 15) L'apporto calorico suppletivo reso necessario dall'allattamento ammonta a circa 600-700 kcl./die, in aggiunta alle 1.800-2.000 kcal. circa del metabolimo basale medio della nutrice: tuttavia, un moderato regime ipocalorico finalizzato alla perdita di peso, quando questa si renda necessaria, è possibile senza intaccare apprezzabilmente la normale produzione di latte (si è visto che una restrizione calorica tale da determinare una perdita ponderale sino a circa 500 gr./settimana rimane in genere praticamente ininfluente ai fini di una corretta e completa lattazione, quando non siano contestualmente presenti eventuali ulteriori fattori -di natura psico-fisica- potenzialmente perturbatori**). - 16) *In ultimo, ove per qualunque ragione Vi fosse assolutamente necessario prendere l'iniziativa (dolorosa e... costosa) di interrompere anzitempo la lattazione al seno, sappiate che il metodo più rapido è quello di utilizzare il farmaco Dostinex (confezione da 2 cpr., da assumere alla dose di 1/2 cpr. mattina e sera per 2 giorni consecutivi): ove giudicaste l'interruzione dell'allattamento cosa proprio indispensabile o inevitabile (o tale obiettivamente essa si rivelasse per problemi gravi della mamma o del bambino; oppure quando sia stata superata l'età limite di 1 anno di età del piccolo** -al bambino fa sempre bene, ma alla mamma proprio no, allattare troppo a lungo, cioè ben oltre l'età suddetta-), parlatene pure col dott. Terzi.

     **Rammentate che è del tutto illusorio il pensare che la madre produca il latte per il suo bambino opportunamente trasformando, semplicemente, ciò che quotidianamente mangia. In realtà la mamma il suo latte lo fa col proprio sangue, con le proprie ossa, con la propria carne (qualunque età abbia, è comunque "vecchia" a fronte del piccolo che sta portando avanti, l'essere la cui salute preme di gran lunga di più al buon Dio -o a Madre Natura, decidete Voi-). La cosa più importante di una corretta e proficua alimentazione materna durante l'allattamento è, pertanto, che sia ricca in alimenti "nobili", a prescindere (almeno entro certi limiti) dall'intake calorico: deve essere ricca di ferro (carni), liquidi (acqua in quantità, possibilmente ricca in calcio, come Sangemini), calcio (latte e latticini), proteine (carne, pesce, uova, legumi), acidi grassi poli-insaturi e essenziali Omega3 (pesce azzurro, semi di chia, semi di lino, olio di oliva, olio di mais). Un apporto alimentare spostato sul fronte dei farinacei potrà essere anche teoricamente corretto se visto sul fronte delle calorie ingerite, ma sono calorie che alla mamma non serviranno a nulla (il latte lo produrrà lo stesso, ma impoverendo alla grande se stessa: questa la ragione per la quale Vi consiglio, comunque, di interrompere la lattazione ad 1 anno di età del piccolo, onde non correre il rischio di intaccare troppo le riserve di calcio delle ossa di Voi mamme, le quali riserve non si ricostituiranno più -il picco minerale calcico di massa ossea si raggiunge intorno ai 24-25 anni, e da lì poi progressivamente decade nel tempo-, rendendo l'eventuale interessata una candidata ideale, precoce, all'osteoporosi senile).

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.... La vita vince sempre!!!